Lo Studio di Openpolis sull'importanza delle biblioteche per bambini e ragazzi

Lo Studio di Openpolis sull'importanza delle biblioteche per bambini e ragazzi

Riportiamo un estratto dello studio di openpolis sull'importanza dei servizi delle biblioteche per alunni e ragazzi; è riportato il link per leggere lo studio nella sua interezza e poter vedere i grafici e le analisi di dettaglio.

"Per bambini e ragazzi avere a disposizione una biblioteca fornita, ampia e spaziosa è una risorsa inestimabile. Un presidio sociale e educativo la cui funzione cambia al crescere dell’età, accompagnando tutte le fasi dello sviluppo. Quando il bambino è più piccolo, prima delle elementari, può essere un luogo di socialità con gli altri, in cui partecipare a laboratori e familiarizzare con la lettura. Con l’inizio della scuola consente a tutti, a prescindere dalle possibilità economiche della famiglia, l’accesso ai libri e alla lettura: oltre il 70% dei minori tra 6 e 10 anni che frequenta la biblioteca lo fa per questa ragione. Alle medie e alle superiori diventa un luogo tranquillo dove studiare, anche in compagnia: è la motivazione di 2/3 delle ragazze e dei ragazzi che tra 15 e 17 anni che si recano in biblioteca. A quell'età, il 29% cita tra i motivi anche la raccolta di informazioni per ricerche.
In questo senso, la biblioteca costituisce un punto di riferimento culturale, ma è anche qualcosa di più. Non sempre infatti la casa in cui si vive offre spazi confortevoli dove studiare, concentrarsi, o anche semplicemente vedersi con gli amici.
Ciò è particolarmente vero nelle città maggiori, dove gli spazi spesso più ristretti delle abitazioni rendono la biblioteca una alternativa essenziale. Nei comuni più grandi, centro di area metropolitana, quasi il 18% delle famiglie segnala che la propria casa è troppo piccola (circa il doppio di quanto rilevato nei comuni minori).
Nei comuni al centro di un'area metropolitana risulta tendenzialmente più elevata anche la quota di famiglie che indicano cattive condizioni della propria abitazione (6,1%).

Rispetto all'abitudine alla lettura dei minori, è importante tener presente sempre il forte collegamento con la condizione di partenza dei genitori:
il 74,9% di minori figli di lettori leggono.
se né il padre né la madre leggono la quota scende al 36,2%.
Un esempio di come la povertà educativa può trasmettersi da una generazione all'altra, riducendo possibilità e opportunità per i bambini che vengono da famiglie in disagio. Perciò la presenza di biblioteche funzionali e accessibili può essere uno strumento per estendere l'accesso alla lettura, specie per i più giovani. Il 72,7% dei ragazzi tra 6 e 10 anni che frequentano biblioteche lo ha fatto per prendere in prestito dei libri. In questo senso, è interessante osservare come la quota di popolazione che frequenta le biblioteche appaia tendenzialmente inferiore nel mezzogiorno e nelle città maggiori.

I dati passati in rassegna indicano, senza pretese di completezza, alcuni motivi per cui la presenza di biblioteche può essere particolarmente importante nelle grandi aree urbane. Ma cosa sappiamo sulla diffusione di queste strutture nelle città?
Se si prendono in considerazione tutte le biblioteche presenti nell'anagrafe, il quadro offre alcune prime differenze interessanti. Ai primi posti per rapporto tra biblioteche totali e minori spiccano Pavia (25,2 strutture ogni 1.000 giovani 6-17 anni) e Pisa (20,8). In generale, i capoluoghi con maggiore densità di biblioteche per minore sono prevalentemente nel centro-nord. Ai primi 20 posti, infatti, vi sono 3 capoluoghi per ciascuna delle seguenti regioni: Veneto, Toscana, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna. Altri 3 si trovano nelle Marche e in Umbria (Macerata, Fermo e Perugia) e 2 in Sardegna. Questi ultimi (Cagliari e Sassari) sono gli unici del mezzogiorno a comparire nelle prime 20 posizioni.
In questo computo però, rientrano tutte le biblioteche; quindi anche strutture che presumibilmente non sono fruibili da bambini e ragazzi: da quelle universitarie, a quelle specializzate o relative all'attività amministrativa di enti pubblici o privati.

Per questa ragione, è utile anche avere un altro punto di vista, considerando solo le biblioteche accessibili dai minori al di fuori dell'orario scolastico. Se si considerano solo le biblioteche pubbliche e non specializzate il quadro (in parte) cambia. Ai vertici compaiono 2 città lombarde: Pavia (che conferma quindi il primo posto in entrambe le classifiche) con 3,1 strutture pubbliche e non specializzate ogni 1.000 minori, e Mantova (2,3). Ma tra i primi 20 capoluoghi è sensibilmente maggiore la presenza delle città del sud, che salgono da 2 a 5 su 20.
Tra le 10 maggiori città italiane, spiccano Bologna e Firenze, entrambe ai primi posti (con ampio margine) nelle 2 classifiche. Considerando tutte le biblioteche, infatti, è prima Firenze (9,4 strutture ogni 1.000 minori), con un dato analogo a quello di Bologna (9,3), e a distanza dalla terza (Bari, 5,5 biblioteche ogni 1.000 ragazzi tra 6 e 17 anni). Se si isolano solo le biblioteche pubbliche e non specializzate censite le distanze si accorciano. È infatti prima Bologna (0,9 strutture ogni 1.000 minori), seguita da Firenze (0,8) e Catania (0,7).

Ovviamente questi dati, mettendo in relazione unicamente il numero di strutture con i minori residenti, non consentono valutazioni più di merito, sull'effettivo servizio offerto. Ad esempio, la presenza di biblioteche è un'indicazione che andrebbe integrata con altre per essere maggiormente significativa, come la dimensione, i servizi presenti, il numero di iscritti e altri elementi utili a parametrare meglio l'analisi. Ma offrono comunque un punto di vista sulla diffusione delle biblioteche nei principali comuni italiani.