L'abbandono scolastico in italia nel 2018

14/01/2020

L’ufficio studi della Cgia - Mestre (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) pubblica uno studio sulla situazione dell'abbandono scolastico in Italia nel 2018 che riportiamo nei suoi contenuti.
Nel 2018 598mila giovani in età compresa tra i 18 e i 24 anni hanno abbandonato precocemente l’attività scolastica, incrementando la popolazione degli descolarizzati, che sono persone non sufficientemente preparate professionalmente.
Sebbene negli ultimi anni ci sia stata una contrazione del fenomeno (nel 2008 abbandonava la scuola precocemente il 19,6% della popolazione nel 2018 il 14,6%), un elevato numero di giovani continua a lasciare prematuramente la scuola, anche dell’obbligo, concorrendo ad aumentare la disoccupazione giovanile, il rischio povertà ed esclusione sociale. Una persona che non ha un livello minimo di istruzione, infatti, è in genere destinata ad un lavoro dequalificato, spesso precario e con un livello retributivo molto basso,
rispetto a quello cui potrebbe aspirare, almeno potenzialmente, se possedesse un titolo di studio medio-alto.

Le cause che determinano l'abbandono scolastico sono principalmente culturali, sociali ed economiche: i ragazzi che provengono da ambienti socialmente svantaggiati e da famiglie con uno scarso livello di istruzione hanno maggiori probabilità di abbandonare la scuola prima di aver completato il percorso di studi.
C'è anche un fattore di genere:ad abbandonare precocemente la scuola sono più i maschi che le femmine.
Italia al terzo posto in Ue per abbandono scolastico
Sebbene la fuga dai banchi di scuola sia in calo in tutta Europa, nel 2018 l’Italia si colloca al terzo posto tra i 19 paesi dell’Area dell’euro per abbandono scolastico tra i giovani in età compresa tra 18 e 24 anni.
Se da noi la percentuale è stata del 14,5 per cento (pari a circa 598 mila giovani), solo Malta (17,4 per cento) e Spagna (17,9 per cento) presentano dei risultati peggiori ai nostri.
La media Ue si attesta all’11 per cento.
Tra il 2008 e il 2018 la contrazione del fenomeno in Italia è scesa del 5,1 per cento, pressoché in linea con la media Ue (-5,3 per cento)
Al Sud quasi 1 ragazzo su 5 lascia la scuola in anticipo
A livello territoriale italiano sono le regioni del Sud a registrare i livelli più elevati di abbandono scolastico.
Nel 2018 in Sardegna il 23 per cento dei giovani ha lasciato la scuola prima del conseguimento del titolo di studio (diploma professionale, diploma di maturità, etc.).
Seguono la Sicilia con il 22,1 per cento e la Calabria con il 20,3 per cento. Preoccupa la situazione di quest’ultima regione che rispetto a quasi tutte le altre è in controtendenza rispetto al dato relativo al 2008: l’abbandono scolastico in questi ultimi 10 anni è aumentato
dell’1,8 per cento.
La Liguria è al nono posto con un abbandono pari al 12.8%.
Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (entrambe con il 8,9 per cento), Abruzzo (8,8 per cento) e Umbria (8,4 per cento) sono le regioni più virtuose.
Nel complesso è il Nordest l’area che soffre meno di questo fenomeno sia per incidenza percentuale di abbandono scolastico (10,6 per cento) che per il più basso numero di “uscite” premature.

Segnali preoccupanti anche per le imprese
Stando alle indagini condotte dall’Unioncamere e dall’Anpal 2 sarebbero stati oltre 1 milione i posti di lavoro di difficile reperimento nel 2018 a causa del disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro; sebbene in Italia la disoccupazione giovanile superi il 25 per
cento e le imprese denuncino molte difficoltà a reperire personale, soprattutto con competenze digitali (ingegneri elettrotecnici, analisti e progettisti di software, elettrotecnici, tecnici elettronici, installatori, manutentori, specialisti di saldatura elettrica, riparatori di apparecchiature informatiche, etc.).